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La Comunione

Proponiamo oggi il tema della comunione, che è innanzi tutto uno dei cardini della nostra vita, assieme a offerta e integrità. Inoltre, gli strumenti ci richiamano insistentemente su questo aspetto, oltre che alla fedeltà: “Attenti a non dividervi… a non mormorare… nemmeno ad avere un pensiero contro un fratello o una sorella, perché rompe la comunione.” S. Michele ha detto che chi non sarà in comunione sarà lasciato. Questo dobbiamo intenderlo nell’ottica di Dio che non significa: sarà abbandonato, ma non potrà percorrere questa strada assieme ad un popolo per aprire a tutta l’umanità la possibilità di entrare nella vita di Dio. Sarà lasciato, per giungere in un secondo momento, se lo vorrà e avrà fatto i passi necessari.


La base della comunione è la SS. Trinità. Il Padre poteva far tutto da solo, ma ha scelto di vivere in comunione col Figlio e lo Spirito Santo. Il Padre crea, il Figlio redime e lo Spirito Santo santifica. Ogni persona della SS. Trinità ha il suo proprio pensiero ma c’è un pensiero trinitario che è un pensiero in comunione. Noi abbiamo origine da lì, essendo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio e siamo fatti per vivere in comunione. Sappiamo che anche in Paradiso nessuno entra da solo, ma solo in gruppi dove regna la comunione.


Noi abbiamo scelto di offrire la vita gli uni per gli altri: come possiamo farlo e non vivere in comunione? E’ fuori dalla verità, è una bugia. Questa situazione evidenzia che non riesco a vivere davvero l’offerta e/o l’integrità.

La comunione non è qualcosa di superficiale: “Non ho niente con nessuno”, ma è potenza che viene da Cristo e devo stare nella Sua luce che è verità. In questa verità ho il coraggio di vedere ed ammettere i miei limiti ed errori, mi presenterò a Dio con essi, offrendo con me tutti coloro che portano in sé le mie stesse difficoltà e diventando così sacerdote per loro: questo viene solo dalla comunione.


E’ lo Spirito Santo in noi e tra di noi che guida la comunione, che, sottolineiamo, non è un accordo umano. Se rompo il mio rapporto con Dio ed entro in uno degli stati d’animo di cui abbiamo parlato (paura, sensi di colpa, vittimismo, rancore, odio; cfr. articolo: “Gli stati d’animo”) e lì rimango, rompo la comunione con Dio e i fratelli e mi formo un pensiero mio. Da questi stati d’animo ne esco con l’offerta, i sacramenti e il perdono verso me stesso e gli altri.


E’ fondamentale, per vivere la comunione, la capacità di accogliere e dare il perdono. Ci può aiutare a riflettere su questo qualche passaggio del messaggio di Gesù del 2/8/2016:

“Figli miei, la vita di Dio non può nascere senza il perdono. … L’ amore di Dio non può vivere senza il perdono, né il perdono di Dio può agire senza l’amore. … Ho dato il mio sangue per voi ed il perdono di tutti i vostri peccati è stato reso possibile dal mio sangue. Perciò non è un perdono qualsiasi. Non è compassione, non è simpatia, non è una pacca sulla spalla: il mio perdono è resurrezione e vita. … Figlioli miei portate a tutti il mio perdono, non lasciatelo morire dentro di voi e non lasciatelo morire su questa terra. … Vi ripeto che il mio perdono non è una compassione né un buonismo ma è la resurrezione e la vita. Vi chiedo di portarlo a tutto il mondo che conoscete e a quello che non conoscete”.

Se ho davvero l’apertura per ricevere il perdono da Dio, riceverò anche la Grazia di dare il perdono ai fratelli e/o di chiederlo loro per me; così ripartirà la vita di Dio.


I SACRAMENTI

I sacramenti sono segno di comunione.

  • Con il Battesimo si entra a far parte del Corpo mistico di Cristo, si è infatti in comunione con Cristo e tutti coloro che lo sono con Lui. Se il battesimo non dà i suoi frutti, se non mi fa sacerdote, re e profeta devo chiedermi seriamente se forse è perché non vivo questa comunione.

  • L’ Eucarestia viene chiamata anche Comunione: se nella s. Messa non sono riconciliato con Dio e con i fratelli, ma anche se vivo un intimismo con Gesù, mi isolo nelle mie preghiere e mi chiudo alla condivisione rompo la comunione.

  • La Confessione, detta anche riconciliazione, è il sacramento che, attraverso il perdono di Dio e l’assoluzione dai peccati, mi permette di ritornare nella comunione, mentre prima ne ero uscito.


I SENSI DEL CORPO

Possiamo osservare come anche i sensi del nostro corpo siano creati in funzione della comunione. Che significato ha guardare, sentire, parlare e toccare se mi gusto ogni bellezza da solo?

Attenzione, però, che anche i nostri sensi possono essere un’arma a doppio taglio e passare da strumento di comunione a strumento di divisione se usati per l’egoismo.

Così, uno sguardo pulito su una persona trasmette l’amore di Dio e arriva al suo spirito creando comunione, mentre uno sguardo sporco o un pensiero negativo veicola violenza, maledizione e sofferenza, se pur non ne sono del tutto consapevole.

Allo stesso modo l’ascolto: se ha origine dal mio essere in Dio genera comunione, diventa terapeutico; se invece è curioso o interessato porta negatività.

Vale lo stesso per la parola che può trasmettere il pensiero di Dio, il Suo annuncio, può portare il conforto e il consiglio dello Spirito Santo e contribuire grandemente ad unire i fratelli in Cristo ma, come è esperienza comune, può introdurre anche in un vortice di male dove passa violenza e falsità. Si dice: “Uccide più la lingua che la spada”.

Pensiamo ancora a quanto il tatto sia prezioso nel trasmettere tenerezza e vicinanza ma, oltre ai casi evidenti di abuso, se solo non viene usato con delicatezza, nel rispetto dell’altro e con quella sapienza che viene dallo Spirito Santo, può diventare causa di sofferenza, chiusura o trattenere le persone in legami malati.


COSA E’ LA COMUNIONE?

La comunione è sempre un uscire da se stessi desiderando il bene degli altri, a differenza di tutte quelle filosofie che portano ad un concentrarsi su di sé e sul proprio benessere. Per noi il pericolo può essere quello di chiudersi in un intimismo con Gesù.

La comunione è ancora un atto di fede. A noi il Signore ha chiesto di formare dei nuclei, all’interno dei quali vivere pregando, scambiando e crescendo nella comunione. In questo contesto cosa significa fare un atto di fede? Significa che io ho fiducia che lì, attraverso i fratelli e le sorelle che il Signore mi ha messo accanto, è lo Spirito Santo che agisce tramite loro e in mezzo a noi.

La comunione porta alla responsabilità perché esige un confronto con l’altro, conduce ad esprimere il proprio pensiero nella verità ma ad essere anche sempre disposto a cambiarlo per cogliere qual è il pensiero dello Spirito Santo. Nella comunione non si prendono decisioni “a maggioranza”. Quando c’è da decidere su

qualcosa che riguarda tutti, ognuno si esprime, si condivide, ci si ferma e si prega fino a che tutti chiaramente riconoscono dal di dentro qual è la soluzione che lo Spirito Santo indica. E’ lo ”Spirito Santo e noi” che si manifesta all’interno della comunione.

Tutto questo comporta un saper morire a me stesso, richiede la vera umiltà e il riconoscere che sono limitato e ho bisogno dell’altro, mi insegna ad elevarmi e a saper vedere il sommo bene partendo dal pensiero di Dio e non dal mio sguardo parziale.

Nella comunione guidata dallo Spirito Santo regna un’armonia profonda, quella che proviene dalla SS. Trinità. All’interno del nucleo, non ci sarà un leader ma un posto dove ciascuno può vivere la propria originalità. Poniamo attenzione che, nel vivere questa originalità, non mi porrò all’interno del nucleo con i miei schemi mentali, anzi, essi dovranno cadere per lasciar spazio alla vera originalità di ciascuno, quella in Dio, dove ognuno riconosce l’identità e la missione del fratello e della sorella.

La vera comunione ci scuote in profondità perché è Dio che ci sta parlando e ci porta alla pace vera.

La comunione ci protegge dagli attacchi esterni ma soprattutto da noi stessi perché, se siamo in comunione e viviamo in comunione, non possiamo prendere una sbandata.

La comunione è la gioia di dare la vita per l’altro e di vivere con l’altro.

La comunione è come un vaso di cristallo: è trasparente, importante però si può rompere facilmente.

La comunione ci purifica e più ci purifichiamo più entriamo in comunione.


SERVIZI E COMUNIONE

Noi siamo come tante cellule che si muovono assieme e quindi, sia il singolo servizio al suo interno, sia i diversi servizi tra di loro devono svolgersi nella comunione. Quando all’interno di un servizio c’è comunione e armonia, esso entrerà facilmente in comunione con altri servizi che hanno gli stessi presupposti e si formerà comunione e armonia tra tutti.

Nella comunione non ci sono servizi migliori e peggiori, più o meno nobili ma tutti sono a favore di un unico corpo. Ognuno, al suo posto, vive la pienezza e non brama di essere un altro, mentre invece accoglie volentieri l’aiuto del fratello e sorella che lo completa in quello che gli manca.


COMUNIONE UNIVERSALE

Ancora un aspetto è fondamentale per noi in questo tempo: quello della comunione universale. Quando parliamo della comunione universale dobbiamo tenere presente che essa parte dal nostro rapporto con Cristo e, attraverso di Lui, con tutti quanti vivono in comunione con Lui: gli angeli, i santi, il Nucleo Centrale, tutti i fratelli e sorelle fedeli, a partire da coloro che il Signore ci ha messo accanto nel nostro nucleo per camminare assieme mettendo al centro Cristo, fino ai fratelli fedeli a Dio presenti in tutto l’universo.

La Chiesa è il popolo di Dio che vive in comunione. La dottrina e i dogmi di fede esistono solo se alla loro base di chi li ha formulati c’è comunione, altrimenti non sono tali.

Il Nucleo Centrale è per noi modello di vita in comunione tra umanità diverse di vivi e defunti e arcangeli.

Rileggiamo una parte del messaggio di Gesù tratto dal “Futuro del mio popolo”:

“Il mio popolo vivrà la comunione universale. Non ci saranno più divisioni di popoli, di razze, di pianeti. L’umanità di tutto l’universo formerà un’unica famiglia, la famiglia di Dio. Vivrà un rapporto profondo e vivo con Dio, con Maria Santissima e gli spiriti puri che popolano le dimensioni più alte. Ogni nucleo sulla Terra vivrà una comunione intensa con tutti i nuclei, anche su altri pianeti, perché il mio Spirito li unirà, al di là di ogni distanza”.

Quindi da soli , è bene sottolinearlo, non ce la possiamo fare ed è necessario che ci lasciamo trasformare dal Signore affinché sia possibile l’incontro con i fratelli e le sorelle fedeli dell’universo!


Nella NUOVA CREAZIONE non ci sarà più “né moglie né marito ma saremo come gli angeli” e vivremo questa comunione in Dio: c’è tutto un pensiero da ricostruire, dobbiamo esserne consapevoli!


Rubrica
a cura del nucleo dei medici
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